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giovedì, 07 novembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

SPALLITTA: Lo Zen – perché non ricostruirlo e demolire i fabbricati brutti e fatiscenti?

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<< Si è svolta ieri ( 2 marzo) nel salone parrocchiale dello Zen, un’ interessante conferenza , promossa dal parroco, su nuove modalità di interventi edilizi nelle aree più degradate e periferiche della città, idonee a ristabilire il rapporto tra l’uomo, la sua abitazione, il suo quartiere e l’ambiente circostante. Applicando sperimentalmente questa diversa filosofia della pianificazione urbanistica, ad un quartiere popolare romano ( il Corviale – dove in un unico condominio abitano 6.500 persone), il professore arch. Ettore Maria  Mazzola (University of Notre Dame du Lac, USA, e University of Miami, USA) ha dimostrato come sia possibile – senza costi per la pubblica Amministrazione, ma anzi con vantaggio anche economico – procedere con la graduale demolizione di intere unità edilizie che si caratterizzano per la loro bruttezza e invivibilità.
Secondo tale sperimentazione, si può ricostruire una trama edilizia adatta a garantire – nelle zone periferiche – centri di aggregazione e spazi di incontro, alternando strade, piazze, servizi, con abitazioni realizzate a misura d’uomo, nel rispetto del verde e dell’ambiente  – e quindi con sistemi di bio-edilizia  – che assicurano altresì il decoro, la qualità e l’aspetto estetico. La proposta, forse provocatoria ma affascinante ed economicamente perseguibile, potrebbe essere quella di buttare giù lo Zen, che ha fallito nel suo scopo e si è trasformato in un ghetto incivile, spesso focolaio di microcriminalità dove i giovani non hanno nulla e poche speranze, e ripianificare, nel rispetto dei canoni della bellezza e della socializzazione, l’intero quartiere. Sarebbe, a tal fine, forse opportuno, investire le risorse già stanziate per lo Zen e che , alla luce dell’attuale condizione di degrado e fatiscenza degli immobili e degli impianti, sono assolutamente insufficienti,  per avviare una riqualificazione vera di questa periferia, ripensando l’area con costruzioni più conformi ai suddetti principi e demolendo gradualmente i brutti edifici fatiscenti , che proprio per le loro caratteristiche architettoniche, si sono rivelati e poco adatti ad un sano e sereno sviluppo della persona .>> 
Nadia Spallitta – presidente Commissione Urbanistica



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