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martedì, 19 marzo 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Concessione Mura delle Cattive, norme disattese: atti da considerare nulli

mura cattive

Rispetto alla vicenda delle Mura delle Cattive sono state disattese le norme previste dal Codice dei beni culturali: circostanza che rende nulli tutti i relativi atti. Esprimo forte preoccupazione per la scarsa sensibilità dimostrata ieri sera in Aula e per i comportamenti assunti dal vicesindaco Emilio Arcuri in relazione alla tutela e alla valorizzazione del nostro patrimonio monumentale. Mi riferisco in particolare alla circostanza per la quale, secondo il vicesindaco, è possibile utilizzare le Mura delle Cattive alla stregua di un qualsiasi marciapiede cittadino, consentendone l’utilizzo (previo pagamento di circa cinquemila di Tosap per cinque mesi di occupazione provvisoria di suolo pubblico) senza nessuna reale garanzia per la tutela e la salvaguardia del bene stesso. Si tratta di un precedente che a mio avviso mette a rischio la conservazione dei beni comunali.

La materia dei monumenti storici, infatti, è rigorosamente disciplinata dal “Codice dei beni culturali” (d.lgs 42/2004, articoli 106 e seguenti). Le disposizioni relative ai beni culturali impongono in primo luogo l’obbligo di adottare provvedimenti di concessione: veri e propri contratti che disciplinano gli obblighi del concessionario che deve “garantire la conservazione e la fruizione pubblica del bene e la compatibilità dell’uso con il carattere storico e artistico dello stesso”. Inoltre, in applicazione di precise disposizioni europee contro ogni forma di discriminazione rivolte a garantire trasparenza, parità di trattamento e la scelta del miglior offerente, i beni culturali – come in generale ogni bene pubblico – possono essere dati in concessione solo a seguito di una procedura di evidenza pubblica che consenta a tutti gli interessati di conoscere la volontà dell’Ente di concedere l’uso privato del bene, con predeterminazione di un canone che deve essere rapportato al tipo di concessione e ai benefici economici che ne possono derivare al concessionario.

Inoltre, a ulteriore tutela del bene, la legge prevede l’introduzione di una cauzione che deve essere versata dal concessionario per eventuali danni provocati al bene stesso. Le citate disposizioni, nella fattispecie, sono state disattese. In questa circostanza non è allegato all’atto autorizzatorio alcun atto d’obbligo che imponga precisi comportamenti al concessionario e che individui le precise modalità di utilizzo del bene: non esiste un canone predeterminato, non è stato bandito un avviso pubblico, non è stata versata una cauzione e, sembrerebbe, non sia stata neanche consentita la pubblica fruizione dal monumento. Del resto le Mura delle Cattive sono delimitate da cancelli che risulterebbero chiusi, in contrasto con il richiamato obbligo di garantirne sempre l’uso pubblico.

Ulteriore elemento di preoccupazione rispetto alla conservazione di questo bene – che la stessa Amministrazione, contraddicendosi, tratta come monumentale salvo poi disapplicarne le relative disposizioni – deriva dalla circostanza che, nel mese di luglio, un soggetto terzo con sede legale in corso dei Mille, ha chiesto e ottenuto nel giro di soli quattro giorni l’autorizzazione commerciale alla vendita di prodotti alimentari non deperibili e confezionati all’interno della manifestazione denominata “Le Mura delle Cattive Panza e presenza”. Non è ben chiaro (e non risulta agli atti) se la Soprintendenza abbia autorizzato anche questo tipo di attività. La mancanza di questa ulteriore autorizzazione, e in generale la violazione delle norme del Codice, determinano la nullità degli atti adottati con tutte le conseguenze in termini di responsabilità.

A ciò si aggiunga che non è ben chiaro come l’eventuale mescita di bevande all’interno della manifestazione possa conciliarsi con il carattere storico-artistico del bene e con l’obbligo di valorizzazione dello stesso previsto dalle vigente disposizioni. Infine appare singolare quanto si legge nel provvedimento autorizzatorio, ovvero che l’utilizzatore del bene possa dare facoltà ad altro soggetto per esercitare presso le Mura delle Cattive la vendita al dettaglio di alimenti e bevande, così come testualmente riportato nel relativo provvedimento. Ritengo che non sia questo il modo di valorizzare il nostro straordinario patrimonio. Anzi, così facendo, lo stesso viene messo a rischio e questi atti sono l’evidente espressione dell’assenza di una visione organica e strategica indispensabile per garantire non solo la libera fruizione, ma anche la valorizzazione in vista di una crescita culturale e turistica della città.

La vicepresidente vicaria
del Consiglio comunale
Nadia Spallitta




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