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martedì, 19 marzo 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Real Fonderia, presentazione del libro “La Vucciria – Il più antico mercato di Palermo”

presentazione libro vucciria

E’ stato presentato questo pomeriggio, alla Reale Fonderia alla Cala, il libro di Giulio Gallo Gallo “La Vucciria – Il più antico mercato di Palermo” edito da Kalòs Edizioni (foto in evidenza ©Giacomo Planeta).

Ho avuto il piacere e l’onore di scrivere un intervento per la prefazione del volume che vi riporto qui di seguito:

A volte nelle città vi sono luoghi che sembrano animati da una vita propria, che ispirano e trasmettono intense suggestioni, che attraggono ed affascinano senza apparente motivazione logica, capaci di parlare a diverse generazioni e dove i canoni di bellezza ed armonia cedono il passo ad un miscuglio confuso ed indecifrabile di esperienze umane ed artistiche che superano per intensità l’idea classica del “bello”.

A Palermo uno di questi luoghi è la “Vucciria”, il più antico dei mercati cittadini, la cui energia a tratti cupa e silenziosa trae forse origine dalla sua storia: nell’aria ancora sembrano aleggiare i gemiti degli animali e la cruenta violenza delle carni, anni dopo crudamente esposta nelle composizioni forti di un giovane pittore.  I luoghi recano sempre indelebili le tracce di accadimenti di cui sono stati testimoni.  Così, pur avendo il mercato trasformato le sue caratteristiche, l’allegria ed i colori vividi, il giallo ed il verde delle nuove mercanzie, non sono stati sufficienti a cancellare del tutto quelle atmosfere opache, l’onta rossa, opprimente, del macello cui il mercato era stato, per secoli, destinato.

Insistono sulle piazze del mercato, quasi a fare da contraltare, i maestosi e rassicuranti palazzi nobiliari, prima impreziositi da fregi, statue, stemmi e fontane, incredibilmente accorpati e vicini, in una moderna promiscuità tipica di una cultura pacificamente abituata alla convivenza, alle case più povere, a taverne, fondachi, postriboli marinari e botteghe artigiane, frutto dell’accavallarsi delle tante dominazioni: arabi, normanni, angioini, spagnoli qui hanno avuto sede e qui vi hanno eletto dimora. L’aria trasuda vizi, violenza e nostalgia.

Questa viene dal mare poco lontano, la Cala con i suoi navigli, che lambisce i confini del mercato aprendosi verso il largo, dalle viuzze strette e popolose e colorando di azzurro i pensieri degli avventori, altrimenti presi dal vociare stridulo e accattivante dei mercanti di pesce e di verdure. Il mercato crocevia tra la città e il mare diviene luogo di passaggio e congiunzione, in un contrasto acceso ed irredimibile di colori e suoni, dove lo scorrere del tempo si materializza e prende forma.

Tutto intorno fremono le arti sapienti di materassai, argentieri, aromatai, ambrai, orefici con le loro industriose maestranze, provenienti da ogni parte dell’Italia. In questo modo almeno gli anziani spaesati, ancora la ricordano, la “Bocceria”, poi divenuta “Confusione”, con una nota triste di rimpianto, indicando ciò che ne rimane, gli scheletri dei Palazzi, i nomi delle strade che da Piazzetta Caracciolo si diramano solitarie e dissestate verso il Centro e verso il vicino Porto. Respira affannosa oggi la “Vucciria”.

Seduti davanti a botteghe spoglie, alle loro spalle facciate rugose di edifici abbandonati da politiche incerte ed incuranti, tra calcinacci ed intonaci cadenti, persiane precarie, cumuli di macerie ed un tappeto di saracinesche spente delle cessate attività, osservano indifferenti i rari e frettolosi passanti, i pochi turisti incuriositi ed attenti. Salutano il nuovo giorno con un bicchiere di vino della taverna mentre dall’alto arriva, misto agli odori delle ultime bancarelle di arrosti, il profumo bianco della biancheria stesa, di avventurosi studenti e giovani coppie, della forza vitale che, tra cocci cadenti, improbabili graffiti, tenaci insegne dense di passato, impalcature perenni e cantieri abbandonati, comunque si rigenera e resiste.

Accanto alle cassette della frutta accatastate, tra le rovine, i monelli, con tricicli e biciclette di fortuna, allegri nella loro incontrollabile e incosciente vivacità, giocano, si inseguono fra i vicoli feriti dal tempo e si apprestano ad affrontare il futuro tirando a pugni con i compagni, protetti dalle edicole votive di dolcissime Madonne, sotto la guida ansiosa e vigile di Pino, un campione cresciuto come loro tra quei vicoli e divenuto famoso per quei pugni.Vucciria

Lungo il percorso le basole ridenti e irriverenti, vere regine del quartiere, l’ultimo tesoro, lucide, sconnesse e sdrucciolevoli. Aspettano pazienti le nuove generazioni, consapevoli della passione attrattiva dei luoghi. Luoghi intrisi di atmosfere dense, degradate, decadenti, cariche di storia e di cultura, che hanno richiamato personaggi straordinari, artisti che da ogni luogo qui hanno raggiunto la loro meta, autori che ne hanno immortalato l’essenza e uomini semplici, sensibili alla suggestiva sinfonia della ricca umanità che vi ha soggiornato. Qui tutto è possibile. Soprattutto può crescere incredibilmente ancora la speranza che qualcosa di straordinario e di bello possa pur sempre accadere.

Sono i più giovani a cogliere la poesia dei luoghi, capaci di sentirne la forza e l’energia, alla ricerca delle loro radici, non vedono le rovine e qui si danno appuntamento ed ogni sera, quando la città altrove tace, vi trovano familiare e accogliente rifugio. I loro cuori genuini ed inesperti, il rinnovato vociare, i colori delle generazioni straniere, i suoni di nuove mercanzie, sono linfa per l’antico mercato che ogni notte si ripopola di una umanità intensa e variegata, mentre i vicoli risuonano dei passi concitati, e la “Confusione” torna a dominare sovrana. Così, a dispetto dell’incuria e dell’indifferenza, dell’ingiustificabile oblio, della diurna solitudine, la Vucciria, oramai dotata di vita propria, si impone vindice alla città e fa sentire la notte la sua voce.

E questa voce, in estate, quando si alza la brezza marina, si fonde con il profumo salmastro della mareggiata e dalla babele notturna di suoni si alza un altro canto, quello autentico della Vucciria; allora possiamo sentire ancora le grida allettanti dei mercanti, le risate delle donne, i rumori stridenti delle bilance, il tintinnio degli scambi; il frastuono allegro come di festa. Ma è solo un attimo. Poi la notte si raccoglie e silenziosa, su quel basolato scivola via veloce.

Per maggiori informazioni visitate il sito web di Edizioni Kalòs o la loro pagina Facebook.
Per acquistare il libro utilizzare l’apposita pagina sul sito ufficiale della casa editrice.

 




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