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venerdì, 04 ottobre 2024
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Nadia Spallitta

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Il sindaco inghiottito dal percolato “Adesso basta, deve dimettersi”

Emergenza rifiuti? A Palermo non c’è. Anzi, se c’è la colpa è di Lombardo che ha detto no ai termovalorizzatori. Diego Cammarata lo andava ripetendo da mesi. Come dire: io non ho nessuna responsabilità se i rifiuti sommergono il capoluogo. Non è questo però il pensiero della procura di Palermo. E ieri mattina il pm Geri Ferrara ha iscritto il sindaco nel registro degli indagati.
Accuse pesantissime: truffa, gestione abusiva della discarica, inquinamento delle acque e del sottosuolo. Al centro dell’inchiesta, partita lo scorso 5 febbraio, c’è Bellolampo. E proprio i veleni di Bellolampo, quei liquami tossici che hanno formato un lago da centomila tonnellate di percolato, rischiano di travolgere il sindaco di Palermo. I consiglieri d’opposizione a Palazzo delle Aquile, deputati regionale e nazionali, associazioni e comitati, chiedono in coro le dimissioni immediate del primo cittadino. Fabio Giambrone dell’Idv già aveva presentato in Regione un dossier per la rimozione di Cammarata: «Cos’altro aspetta – si chiede il senatore che già aveva presentato un dossier su presunti brogli elettorali – il governo Lombardo a sollevare dall’incarico il sindaco di Palermo ? ». Nadia Spallitta, presidente della commissione urbanistica comunale, non usa mezze parole: «Queste pesantissime accuse –  spiega – implicano l’obbligo morale e politico per Cammarata di rimettere il mandato e rappresentano un ulteriore aspetto del disastro amministrativo di questa giunta che nonostante i disservizi e i danni evidenti all’ambiente, si ostina a voler chiedere ai cittadini il pagamento della Tarsu per di più maggiorata». Chi non si stupisce dell’avviso di garanzia a Cammarata è la deputata del Pd Alessandra Siragusa, membro tra l’altro della commissione d’inchiesta sugli illeciti nel ciclo dei rifiuti: «Abbiamo più volte denunciato le responsabilità gravissime del sindaco e le sue complicità con gli ed amministratori di Amia». E aggiunge: «È evidente che, al di là dell’avviso di garanzia, le dimissioni sono un atto dovuto nei confronti dei palermitani, costretti a vivere in una città degradata e senza servizi». Tonino Russo, invece, anche lui deputato del Pd, chiede a Cammarata «il suo primo atto d’amore per Palermo», cioè «che se ne vada». Duro e amaro il commento di Legambiente: «Ancora una volta – ha spiegato il presidente Mimmo Fontana – è la Procura a squarciare il velo sulla gestione dei rifiuti in città. Il sindaco sarebbe l’artefice di un disastro che mette a rischio la salute pubblica e l’intero territorio cittadino. Nell’attesa che i pm svolgano le loro indagini, Legambiente – conclude Fontana – chiede l’intervento per le procedure di messa in sicurezza della discarica». Giuseppe Valenti, del movimento Per Palermo, chiede una sola cosa: la verità sui rischi per la salute: «Adesso i cittadini necessitano di sapere tutto sul rischio Bellolampo>>.




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