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sabato, 05 ottobre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Il business dei beni confiscati: …

Il business dei beni confiscati:<<Vanno ad enti con fine di lucro>>
La denuncia. Spallitta: «Il Comune continua con una gestione degli immobili irregolare penalizzando le Onlus»

Un’Altra Storia:«Alla stessa associazione sono stati dati,in pochi giorni,due immobili»

 
 Molti dei beni confiscati alla mafia non sarebbero stati assegnati a onlus con fini sociali o istituzionali, come previsto dalla legge, ma a sedicenti associazioni con fini di lucro. Dietro queste realtà si nasconderebbero, infatti, vere e proprie aziende, alle quali il Comune di Palermo assegnerebbe i beni sequestrati senza fare opportuni e approfonditi controlli.
 Lo dimostra il fatto che molti di questi «enti», non meglio identificati e a volta anche inesistenti, riuscirebbero ad avere assegnato un immobile prima che sia completata la confisca. Capita pure che «in tempi record » ad alcune associazioni vengano affidati uno o più strutture mentre ci sono associazioni che aspettano mesi se non addirittura anni prima di ottenere una risposta da parte dell’Amministrazione comunale. «Il Comune – dice il capogruppo di Un’Altra Storia Nadia Spallitta -anche in violazione alle norme del regolamento, continua in modo poco trasparente a gestire questo ingente patrimonio. In particolare, a gennaio ha assegnato due immobili limitrofi di ingente valore a due associazioni formalmente distinte ma le cui istanze appaiono identiche ». Più precisamente si tratterebbe delle associazioni Airone di Palermo Matusalemme di Bagheria: queste hanno chiesto nello stesso giorno (quello di Natale) e hanno ottenuto nel giro di un paio di settimane due appartamenti del valore di circa 400 mila euro ciascuno per destinarli a comunità alloggio. È singolare che immobili di tale pregio – della cui disponibilità non risulta essere stata data pubblica notizia – siano stati assegnati con tanta celerità alle predette cooperative». Per Spallitta insomma non è ben chiaro quale tipo di istruttoria sia stata espletata in così poco tempo, anche alla luce del fatto che l’amministratore unico di una delle due cooperative è poco più che ventenne. Inoltre sembrerebbe che non si tratti di onlus, dal momento che le stesse sono solite partecipare a taluni bandi pubblici per l’affidamento di servizi in materia di assistenza domiciliare e disabili (servizi per i quali pare non abbiano neanche l’iscrizione regionale). Insomma l’assenza di una regolamentazione della materia nuoce gravemente all’imparzialità e alla trasparenza in un settore così delicata. Il regolamento del Comune prevede che i beni confiscati vengano assegnati prioritariamente alle famiglie in emergenza abitativa. Ma la giunta negli  ultimi anni ha assegnato pochissime di queste proprietà alle famiglie in emergenza, privilegiando associazioni no profit. Il sindaco Cammarata ha, intanto, avviato un controllo sull’ attività di tutte le associazioni e le cooperative sociali e ha dato mandato al comandante della polizia municipale di eseguire le verifiche.



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