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martedì, 21 maggio 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Dipendenti Amat vincono causa milionaria, Spallitta e Figuccia: “Di chi è la responsabilità?”

sede amat

La vicenda dei dipendenti che hanno vinto una causa milionaria contro l’Amat spa si chiarisce ulteriormente, palesando rischi concreti per la società di via Roccazzo. A renderlo noto, dopo alcune indiscrezioni rese pubbliche dal consigliere di Forza Italia Angelo Figuccia, oggi si aggiungono anche le dichiarazioni del consigliere Pd Nadia Spallitta, vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo.

“Si tratta – affermano i due in un comunicato congiunto – di una vicenda legale nata tra il 1989 ed il 1991 quando i ricorrenti, poco più di una trentina di dipendenti, decidono di fare causa all’azienda per il mancato riconoscimento delle somme spettanti come previsto dal contratto collettivo nazionale degli autoferrotranvieri. L’allora Amministrazione, guidata già a quel tempo da un giovane Leoluca Orlando, pur recependo l’Accordo Nazionale, non aveva riconosciuto i relativi benefici economici”.

Nel 1991 il Pretore di Palermo dava ragione ai lavoratori e condannava l’azienda speciale Amat alla corresponsione delle differenze retributive dovute per un trimestre (dal 29 ottobre 1988 all’1 gennaio 1989), poche centinaia di migliaia delle vecchie lire, con inquadramento nel 4° livello. L’azienda non ottemperava ed impugnava la decisione del pretore (all’epoca, giudice del lavoro in primo grado). Nel 2001 il Tribunale di Palermo, in secondo grado, annullava parzialmente la sentenza, negava i benefici economici ma confermava il riconoscimento del 4° livello con decorrenza dal 29 ottobre 1988. La sentenza passava in giudicato.

Tuttavia l’Amat non dava esecuzione al provvedimento giudiziale. Per anni la vicenda restava sotto traccia finché nel 2007 gli stessi lavoratori tornavano alla carica rivendicando, con un nuovo ricorso, le differenze retributive dovute alla luce dell’inquadramento nel 4° livello dal 1988. In data 24 novembre 2011 il Tribunale del Lavoro di Palermo rigettava i ricorsi, che tuttavia venivano parzialmente accolti dalla Corte d’appello con sentenza del 23 dicembre 2015.

In questa occasione, in particolare, l’Amat è stata condannata a liquidare a 15 dei ricorrenti, la notevole somma di circa 3 milioni di euro, comprensiva di interessi e rivalutazione maturati negli anni.Ci troviamo di fronte – continuano Figuccia e Spallitta – a una vicenda nella quale l’approssimazione e l’incapacità delle amministrazioni che si sono susseguite in questi anni hanno trasformato una vertenza di poche centinaia di lire in una causa milionaria, con un danno enorme per l’intera collettività”.

Ad oggi infatti, i lavoratori hanno già fatto atto di precetto e pignoramento per l’intera somma. La vicenda si aggrava ulteriormente in quanto negli ultimi bilanci pubblicati dalla società non risulta istituito un fondo di accantonamento adeguato per far fronte a tali spese. La somma accantonata per contenzioso civile nel 2014 (ultimo bilancio societario pubblicato) ammonta a circa 250 mila euro (cifra irrisoria rispetto al pignoramento). E’ legittimo dunque chiedersi in che modo la società intenda sanare la propria posizione, tutelando da un lato le legittime pretese dei lavoratori vincitori, ma mantenendo dall’altro i servizi alla collettività, senza dimenticare gli stipendi di tutti gli altri dipendenti che, al momento, sembrerebbe possano essere anche a rischio.

“Venticinque anni di contenziosi, con numerose azioni legali – che forse si potevano evitare -,  costi amministrativi e legali ivi compresi quelli relativi ad incarichi esterni, non possono ricadere sull’intera collettività e a tal proposito procederemo – concludono Figuccia e Spallitta – con tutti gli atti necessari per accertare se sussistano profili di responsabilità delle amministrazioni che si sono susseguite in questi lunghi 25 anni, durante i quali, tra l’altro, l’attuale Sindaco Orlando è stato al governo della città”.




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