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giovedì, 05 dicembre 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Bilancio consuntivo 2014, più pressione fiscale e meno investimenti

revisori conti

Nel triennio 2012-2014 aumenta la pressione fiscale di 150 milioni di euro, a fronte della riduzione degli investimenti per 100 milioni. Tornano i debiti fuori bilancio con un dato che passa da 15 a 32 milioni. Viene presentata in Consiglio comunale una preoccupata relazione dei revisori dei conti di accompagnamento al Bilancio consuntivo 2014. Tra gli indicatori rilevanti e che danno anche un’espressione dell’azione politica degli ultimi tre anni vengono sottolineati i seguenti dati:

incidenza delle entrate tributarie sulle entrate comunali pari all’88,38%; pressione delle entrate pro capite pari a 813 euro nel 2014 (599 nel 2012); aumenta la pressione tributaria pro capite che dai 514 euro del 2012 passa ai 718 euro del 2014 (complessivamente 337 milioni nel 2012 e 487 milioni nel 2014); aumenta l’indebitamento pro capite passando da 421 a 452 euro; si riduce la propensione all’investimento, dal 18,33% del 2012 all’8,6% del 2014; si riducono notevolmente gli investimenti pro capite, da 250 a 95 euro (complessivamente si è passati dai 163 milioni del 2012, cifra peraltro già irrisoria) ai 64 milioni di euro del 2014; si riducono i trasferimenti in conto capitale pro capite arrivando a 7,7 euro (rispetto ai 200 del 2012).

Resta pari il costo del personale, per cui vengono pagati 50 mila euro l’anno per ogni dipendente. Aumenta considerevolmente il costo delle partecipate di circa 20 milioni di euro e, osservano altresì i revisori, permangono consistenti disallineamenti tra i bilanci delle partecipate e quello comunale. Per alcune di queste società non è stato prodotto nessun bilancio (vedi Amia, Gesip, Rap, Gesap, Reset, Fondazione Teatro Massimo e Fondazione Teatro Biondo), elemento che rende difficoltosa una lettura completa e trasparente dello stesso rendiconto, trattandosi di società e partecipazioni importanti. Allarmante appare il valore del contenzioso, pari a circa 500 milioni di euro (260 milioni attivo e 247 passivo), in relazione al quale non si ha modo di prevedere la vittoria o la soccombenza. Si tratta comunque di un dato che denota sicuramente dei vizi nei procedimenti amministrativi che determinano azioni legali per un valore complessivo pari a più di un terzo dell’intero bilancio. I revisori rilevano inoltre che è stata accolta l’opposizione del comune avverso al fallimento Amia con diritto alla restituzione di immobili già trasferiti all’Amia per un valore di 80 milioni di euro.

Si è aggravata altresì la situazione dei debiti fuori bilancio, che registrano un enorme aumento passando dai 15 milioni del 2012 ai 32 milioni del 2014 (4,8 milioni nel 2013), con un’incidenza sulle entrate che dall’1,8% passa al 4,4%. Di questi 29 milioni derivano da sentenze esecutive di condanna dell’Amministrazione, 1,5 milioni per procedure espropriative erronee e circa 1 milione per acquisizione di beni e servizi senza impegno di spesa. I revisori sottolineano anche una lentezza nella capacità di riscossione dell’Ente o osservano altresì che, rispetto ad una previsione di 11 milioni di euro e un accertamento di 9 milioni di euro in materia di recupero per evasione Tarsu, Tia e Tasi, nessun importo è stato poi riscosso nell’esercizio 2014 e in generale è stato effettuato un accertamento di evasione fiscale per 22 milioni di euro, mentre la riscossione ammonta a soli 4 milioni. Questo ha determinato anche una riduzione dell’avanzo di competenza, che da 77 milioni del 2012 passa a 17 milioni del 2014.

Con riferimento ai servizi a domanda individuale si registra un saldo negativo di 16 milioni di euro (entrate 4 milioni, costi 20 milioni) con una copertura del 20% circa. Nonostante l’incremento turistico dichiarato dagli organismi del settore, per gli spazi espositivi e i musei, a fronte di costi per 3,6 milioni, i proventi sono davvero esigui: 100 mila euro. Per le infrazioni al Codice della strada nel 2012 le entrate erano di 500 mila euro, mentre oggi si è passati a quasi 5 milioni di euro. Nonostante pendano circa 60 mila istanze di sanatoria edilizia, i contributi derivanti sono accertati in 1 milione di euro (di fronte a una stima approssimativa di 60 milioni di euro recuperabili). Si riduce il costo dell’utilizzo di beni di terzi da 14 a 9 milioni, così come il costo del personale pro capite che passa da 410 a 357 euro.

La relazione dei revisori si conclude con numerose osservazioni, soprattuto in relazione agli organismi partecipati e alla mancata produzione dei documenti necessari per fotografare la situazione delle società partecipate alla data del 31 dicembre 2014, rendendo difficoltoso avere un quadro organico, esaustivo e completo dell’effettiva situazione finanziaria e contabile dello stesso Comune. Concludono i revisori invitando l’Amministrazione “ad un’azione che in modo radicale muti l’approccio culturale, ancor prima che tecnico, verso il sistema delle partecipate”. I revisori osservano altresì che non è stato adottato un bilancio consolidato, necessario invece per una visione unitaria della situazione economico-finanziaria dell’ente e per un adeguato controllo di gestione che, per tanto, allo Stato appare inefficace.

La vicepresidente vicaria
del Consiglio comunale di Palermo
Nadia Spallitta




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