full screen background image
Search
venerdì, 01 novembre 2024
  • :
  • :

Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Aumento Tarsu Palermo. Scatta l’ostruzionismo contro. Un nulla di fatto. Mentre …

Aumento Tarsu Palermo. Scatta l’ostruzionismo contro. Un nulla di fatto. Mentre si diffonde puzza “di dissesto finanziario”
 
Ancora nulla di fatto per l’aumento della TARSU a Palermo. All’una e mezza, di notte, è saltata la seduta del Consiglio Comunale, per mancanza di numero legale. Stasera si replica. Nuova seduta, e previsioni che parlano di una possibile e contrastata approvazione a tarda notte. Perché ?
 
Le opposizioni (PD,IDV,un’altra storia)
stavolta fanno sul serio. E fanno pure un ostruzionismo all’antica. Per farvi capire: decine di pregiudiziali e mille emendamenti. Faraone, il capogruppo PD, spesso accusato di essere “morbido” con Cammarata, invece, stavolta è lui che guida con mano sicura la battaglia contro il nuovo regolamento TARSU. Manifestando la determinazione sapiente del mitico capogruppo del PCI di una volta Elio Sanfilippo. Mentre nella stragrande maggioranza del centrodestra i “mal di pancia” non si contano più. E’ surreale vedere all’opera Giulio Tantillo, capogruppo del PDL, l’unico che risponde colpo su colpo alle opposizioni. Perché surreale vi chiederete, non fa il suo “mestiere”?

E no! Perché, in privato, Tantillo ha detto peste e corna di questo aumento, ed ha fatto di tutto e di più, per evitare che la maggioranza del centrodestra impiccasse la propria popolarità su questa “folle” strada dell’aumento della TARSU. Ma la determinazione di Cammarata ha spiazzato tutti: o aumentate la TARSU o mi dimetto!
 
Due i momenti che hanno raggelato nella notte il dibattito in Consiglio Comunale. Entrambi, sono colorati rosa shocking . Dapprima la solita Antonella Monastra che chiede, in via pregiudiziale la presenza in aula del Sindaco Cammarata, la cui costante assenza alla vita comunale è il vero e proprio nervo scoperto del PDL. Poi, in sede di votazione su questa pregiudiziale,la secca dichiarazione, “mi astengo”, della giovane consigliera e vicecapogruppo del PDL Stefania Munafò (fedelissima di Dore Misuraca). La Munafò è una giovane donna, gentile discreta, ed in più lontana mille miglia dal “giro” del gruppo dei consiglieri di Miccichè. Ma non ce la fa , proprio, a recitare una parte così umiliante :”zitta e vota”. E dire che, dopo la diffida dei vertici nazionali di F.I., a non far dimettere Cammarata sulla TARSU in periodo di campagna elettorale per le europee, nessuno si aspettava che un consigliere del PDL potesse esprimersi autonomamente. Soprattutto, dopo che anche il gruppo di Miccichè, anche per bocca di Dell’Utri, aveva garantito che in aula non faranno scherzi : voteranno sì, per disciplina di partito. Naturalmente , l’impegno varrà per cinque voti solamente, perché l’on. Giovanni Greco, che con Cammarata neanche si saluta più, risulta irremovibile nel voterà no contro questa “follia TARSU”.
 
Il comportamento della Munafò, si è basato sulla ovvia pretesa che un Sindaco partecipi ai lavori del Consiglio comunale. Ed è segnale rivelatore del disagio politico e dell’ansia amministrativa che Cammarata, con il suo aut/aut, ha trasfuso nei consiglieri della sua maggioranza. Tanto che quelli dell’MPA,discutono e si dividono sul tema : ce ne andiamo alla chetichella prima del voto finale o più semplicemente votiamo no.
 
La giornata a Palazzo delle Aquile era, del resto, cominciata male. Con la riunione della conferenza mattutina dei capogruppo, allargata ai rappresentanti delle forze produttive (Confindustria, Confcommercio, CNA, Lega Coop, etc), che ad un, insolitamente, dimesso Assessore Bavetta hanno ribadito, senza nessun distinguo, la loro assoluta opposizione all’aumento TARSU. Ogni loro intervento è stato una bastonata sulla frastornata testa di Bavetta. Il colpo di grazia, a lui ed alla riunione, l’ha dato l’avvocato Nadia Spallitta (Consigliere comunale di “un’altra storia”). La giurista ha posto a Bavetta due, apparentemente, innocenti domande. “Ci dica esattamente, ed ufficialmente, due cose : quale percentuale oggi copre la TARSU sui costi del servizio raccolta e gestione dei rifiuti ; e come si può quantificare il gettito finale dell’aumento del 35%”. Bavetta ha raggelato tutti, rispondendo: non siamo in possesso ancora di questi dati definitivi. La Spallitta, ha chiesto ed attenuto che le risposte venissero messe a verbale, mentre la gente, infastidita, si è alzata e se ne è andata, commentando ad alta voce “ma allora di cosa stiamo discutendo!”.
 
E’ bene spiegare dove volesse andare a parare la Spallitta. La legge n°507/93 stabilisce che i Comuni, dopo aver accertato periodicamente il costo complessivo, e quello unitario, sono autorizzati a coprire i costi del contratto di servizio con l’azienda rifiuti locali (in questo caso l’AMIA) solo con il 50% del gettito prodotto dalla TARSU. Per i Comuni in crisi economica, la soglia per legge si può alzare sino ad un massimo del 70%. Solo in caso di dichiarato dissesto finanziario di un Comune, questo può pretendere di coprire al 100% i costi del contratto di servizio con l’Azienda. Invece, l’aumento TARSU proposto da Cammarata, non si basa su alcun aumento del costo comunale del servizio raccolta e gestione dei rifiuti, né di nuovi servizi aggiuntivi ,come qualunque cittadino palermitano può vedere per strada.
 
Ma non basta. Se passerà l’aumento proposto. Questo raggiungerà la vetta/percentuale, insostenibile, del 140% del costo del contratto di servizio con l’AMIA, conteggiando già per fatto il richiesto aumento proposto da Caruso. Quindi, l’aumento TARSU, non c’entra nulla con un pari aumento del costo materiale del servizio, ma attiene invece ai debiti “misteriosi” di gestione per oltre 150 milioni di euro del precedente CdA Amia scaduto nel dicembre 2008.
 
“Questione su cui sia Cammarata che Caruso – incalza la Spallitta – hanno posto una coltre di silenzio, rifiutandosi di denunciare la precedente gestione AMIA, almeno, alla Procura della Corte dei Conti”. Così, trae una conclusione la consigliere/giurista : “Allora, in base ai parametri della legge n°507/93, se il Comune non può più intervenire con propri fondi per pagare, ossia con fondi extra-TARSU, almeno il 30% dei soldi da dare all’AMIA, vuol dire che è più che in dissesto. E questa incredibile rivelazione, fornitaci involontariamente dal prof. Bavetta, cambia tutto lo scenario politico comunale, e spiega il perché dell’improvviso aut/aut di Cammarata”.

I latini lo spiegherebbero con il noto motto “vita mea, mors tua!”.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Credits