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giovedì, 16 maggio 2024
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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

A Palermo un asse anti-Cammarata tra sinistra e Mpa

Per Diego Cammarata, sindaco di Palermo, è scattata la procedura di impeachment. A chiederla, invocando una norma della Regione Sicilia (la n. 48 del 1991) che prevede la rimozione del primo cittadino per <<gravi , reiterati e persistenti>> casi di violazione di legge, sono stati due gruppi dell’opposizione: Italia dei Valori, che ha presentato la sua istanza qualche giorno fa per mano di Leoluca Orlando, portavoce nazionale del partito, e Un’Altra Storia, collegato a Rita Borsellino, i cui consiglieri Nadia Spallitta e Antonella Monastra, hanno fatto istanza proprio ieri all’assessore regionale agli Enti locali, Caterina Chinnici, indicando 26 episodi di presunta inosservanza della legge da parte del sindaco.
Saranno gli ispettori della Regione ad accertare le eventuali responsabilità di Cammarata dopo aver passato al setaccio i documenti della giunta. La vicenda sembra abbia suscitato l’ilarità del sindaco. Ma c’è poco da ridere: la manovra a tenaglia dei due gruppi della sinistra potrebbe rivelarsi un trappolone. Non a caso Leonardo D’Arrigo, esponente dell’Mpa in consiglio comunale vicino al presidente della Regione, ha definito <<puntuale  e condivisibile l’esposto>> di Un’Altra Storia. Se il sindaco fosse sollevato dall’incarico, le redini di Palazzo delle aquile passerebbero infatti a un commissario nominato da Lombardo con il compito di guidare la città verso nuove elezioni. E per l’area del Pdl Schifani-Alfano, che sostiene a spada tratta Cammarata, un’eventualità del genere sarebbe una sciagura politica, mentre rappresenterebbe il trionfo della corrente avversaria guidata dalla triade Miccichè-Misuraca-Scalìa, alleati di Lombardo. Cosa si contesta a Cammarata? Anzitutto, questioni di natura politica sui rapporti sindaco-consiglio comunale, considerati rilevanti per l’avvio della procedura di rimozione. Per esempio – si legge nell’istanza depositata ieri dal gruppo Un’Altra Storia- Cammarata non ha mai illustrato al consiglio la relazione annuale sul programma di governo e sul suo stato di attuazione, né i motivi dei ripetuti rimpasti di giunta. Non ha risposto a 116 interrogazioni presentate in consiglio a partire dal 2007. Ha aggirato qualsiasi domanda sull’Amia, la società comunale per la gestione dei rifiuti, sui cui fallimento dovrà pronunciarsi il Tribunale di Palermo il prossimo 25 novembre. E non ha mai spiegato chi sono e quanto vengono pagati gli otre 200 consulenti che vanno e vengono da Palazzo delle aquile. <<Il sindaco – dice Nadia Spallitta – ha adottato comportamenti illegittimi dichiarati tali anche dal Tar. Tra questi, i 16 milioni spesi per le zone a traffico limitato annullate dal Tribunale amministrativo di Palermo, e la delibera del 2006 con cui la giunta ha aumentato la Tarsu del 75%>>. Secondo il consigliere dell’opposizione Spallitta, la giunta non ha inoltre predisposto un piano strategico di protezione civile per la città, né un piano contro l’inquinamento acustico; tollera che negli immobili confiscati dalla magistratura e trasferiti al Comune continuino a risiedere gli stessi soggetti che hanno subito la confisca e per di più senza pagare un affitto; disattende le ordinanze di demolizione degli edifici abusivi; non eroga i fondi regionali e statali per l’assistenza socio-sanitaria; accetta che 23 famiglie vivano in containers metallici in violazione di qualsiasi norma igienico-sanitaria, e altro ancora. Gli ispettori della Regione sono già in movimento. Per verificare la fondatezza dell’esposto occorreranno da uno a due mesi.



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