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Nadia Spallitta

Ultimo aggiornamento

Giornale di Sicilia | Pubblicità, si cambia

Pubblicita ponteggi Giornale 19 settembre 2015

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Dire addio alla selva incontrollata di pali e cartelloni, contrastare il fenomeno dell’abusivismo nelle affissioni, ma anche garantire entrate certe e trasparenti nelle casse del Comune. Entra nel vivo in consiglio comunale la discussione sul regolamento sulla pubblicità e sul piano generale degli impianti, per provare a mettere ordine in una materia che attende da 15 anni una regolamentazione, finita spesso nelle sabbie mobili dei contenziosi e delle autorizzazioni e che sarà gestita con gare pubbliche. Il regolamento è incentrato sugli obblighi tributari e distingue la pubblicità dalle pubbliche affissioni; il piano degli impianti, invece, decreterà spazi e cartellonistica da affidare con gara. Un affare che finora, pur nel caos esistente, ha fruttato all’amministrazione circa 5 milioni di euro.

I componenti di Sala delle Lapidi hanno presentato 56 emendamenti con correttivi e adeguamenti, in gran parte bipartisan, che saranno esaminati dagli uffici e martedì, dopo una «seduta sprint di 15 minuti» di ieri come accusa il consigliere Angelo Figuccia (Forza Italia), si tornerà in aula. L’ordine dei lavori è stato stabilito ieri dal presidente Salvatore Orlando. Il piano fissa la superficie complessiva degli impianti pubblicitari, sia gestiti dal Comune sia in concessione a privati, in un totale di 60.381 metri quadrati (di cui oltre 12 mila gestiti dall’amministrazione, 34 mila da privati, 7mila per impianti di arredo urbano e 6 mila per le fermate di bus e tram), che poco si discosta dall’unico censimento (anzi autocensimento) degli spazi pubblicitari risalente al 2011 e che ne denuncia 62 mila circa. A questi bisogna aggiungere le insegne degli esercizi e la pubblicità temporanee nei cantieri, in luoghi aperti al pubblico come i campi sportivi e le stazioni e quella sui veicoli. Ma la quota si potrebbe ridurre «almeno del 20 per cento – afferma Alberto Mangano (Mov139) – come chiesto anche dalle associazioni di categoria».

Il territorio cittadino è suddiviso in otto zone omogenee, dal centro storico alle periferie e alle riserve naturali, contraddistinte da colori diversi: ciascuna zona potrà ospitare una superficie pubblicitaria con proporzione diversa tra impianti pubblici e privati. Vengono normate tipologie e dimensioni di ogni forma di impianto, compresa la pubblicità su teli e “trompe l’oeil” su ponteggi di cantiere per ristrutturazioni o restauri di palazzi storici, come il contestato impianto che per mesi ha coperto una parte della facciata della Cattedrale. In questi casi, la superficie sfruttabile per uso pubblicitario è una percentuale oscillante tra il 30 e il 40, ma anche questo sarà oggetto di discussione. «Con il riconoscimento dell’itinerario arabo-normanno nel patrimonio Unesco tutto questo dovrà essere rivisto. In queste zone non potrà esserci alcun impianto pubblicitario», sostiene Nadia Spallitta, vicepresidente del consiglio comunale.

Gli uffici comunali hanno presentato la proposta di accorpamento degli 81 lotti nei quali viene ripartito il territorio comunale da mettere a bando: diverranno 14. Qualcuno avrebbe voluto scendere addirittura a otto, «ma siccome il codice degli appalti non prevede limitazioni di assegnazione a chi partecipa alla gara, sarebbe meglio lasciarne 14, per allargare la platea dei concorrenti» sottolinea Giulio Tantillo, capogruppo di Forza Italia. Numerosi gli emendamenti condivisi: per esempio, estendere da 5 a 10 metri quadrati l’ampiezza delle insegne per ottenere l’esenzione dell’imposta, presentata dal gruppo misto, oppure vietare la cartellonistica che pubblicizza giochi d’azzardo nelle vicinanze delle scuole (proposta di Mimmo Russo). Uno dei principi ispiratori è il rispetto dei beni culturali e della sicurezza stradale. «Era importante fornire le linee guida – sottolinea l’assessore comunale alle Attività produttive, Giovanna Marano -. Ci apprestiamo, grazie al lavoro fatto fin qui e che il Consiglio vorrà completare, a conseguire un obiettivo atteso da tempo. Questo regolamento sarà comunque una svolta».

Per l’attuazione del piano sarà istituito un ufficio ad hoc. Quindi, vietata la pubblicità a luci intermittenti, il lancio di manifestini, le installazioni a bandiera sui pali della segnaletica o della luce e sulle ringhiere. Ma tra gli emendamenti da discutere spunta anche il divieto a porre i cartelli «vendesi» o «affittasi» delle agenzie immobiliari su qualunque palo. Altra integrazione proposta dai consiglieri riguarderebbe il futuro degli impianti esistenti: nella fase transitoria prima dell’aggiudicazione degli appalti, gli impianti non censiti nel 2011 andrebbero smontati, ma quelli in regola potrebbero restare fino ad aggiudicazione definitiva. Contestata da più parti la presenza nella delibera di planimetrie «non chiare sull’indicazione delle tipologie di impianti da allestire – afferma Pietro La Commare (Mov139) -. Allora chiediamo che entro 180 giorni gli uffici forniscano una nuova cartografia». «Questo porterà all’approvazione di una delibera monca, che causerà uno slittamento dell’applicabilità del piano – afferma Tantillo -. Mi auguro che nel giro di un anno possiamo essere operativi».

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