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venerdì, 20 febbraio 2015
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Nadia Spallitta

Misure repressive e controlli per impedire gli incidenti sul lavoro

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sicurezza_sul_lavoro.jpg"La civiltà di uno Stato si misura anche dalla capacità di tutelare i suoi soggetti più deboli come i lavoratori subordinati e gli operai. Lo Stato, infatti, deve assicurare lo svolgimento e lo sviluppo della personalità sul lavoro, garantendo l’integrità psico-fisica e la salute del lavoratore. E’ inaccettabile la frequenza che si registra degli incidenti e delle morti sul lavoro, che denota o l’assenza di regole o la sistematica violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ritengo che lo Stato e tutti i soggetti competenti, debbano attivare controlli, prevenire i rischi e inasprire le sanzioni, per far sì che i responsabili di queste ingiuste e terribili morti paghino per le loro omissioni e le loro violazioni. Sono così si potrà dare fiducia ai lavoratori e dignità al lavoro, nel rispetto dei principi costituzionali, di solidarietà e tutela che oggi, invece, vengono troppo spesso disattesi. Il problema riguarda anche la sfera dell’impiego pubblico, tutte le volte in cui le attività possono essere rischiose per la salute e per la vita. Si pensi alla categoria dei vigili urbani, dove si assiste ad un incremento dei decessi da ricollegare all’eccessivo inquinamento ambientale. Tutto il mondo politico dovrebbe impegnarsi ,con un’azione di controllo e normativa, sul fronte della sicurezza sul lavoro, evitando il ripetersi di terribili stragi di vittime innocenti e di una ingiustificata sofferenza che questo sistema inadeguato continua a provocare."

Nadia Spallitta – gruppo Un’Altra Storia




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